Pianta della famiglia delle
Labiatae, o Lamiaceae secondo le più moderne classificazioni, distribuita
in Europa ed Asia occidentale. In Italia è abbastanza frequente al Nord
nelle zone submontane, lungo le siepi, scarpate, tra le
macerie.
GENERALITÀ È
specie erbacea perenne tomentosa perché ricoperta di peli in tutte le
parti. Il rizoma perenne è ramificato ed emette numerosi fusti alti fino
a 1 m. Le foglie inferiori sono picciolate, la
lamina è di forma triangolare lunga 4-6 cm e larga 3-4, a base cordata e
a margine crenato. Le foglie superiori sono anch'esse picciolate, ma il picciolo
è normalmente più corto; anche la forma della lamina è
identica ma più piccola. I fiori sono
raccolti in infiorescenze a spiga, all'apice del fusto e dei rami laterali. Sono
raccolti in numero di 8-10 su verticilli e si sviluppano all'ascella di due
foglie trasformate in brattee. Il calice è tubolare e termina con cinque
denti sottili. La corolla è di colore
bianco-giallastro ma qualche volta ha delle sfumature rosate; è piccola e
sporge poco dal calice. La forma della corolla è quella caratteristica
delle Labiatae, cioè a due labbra, di cui l'inferiore, a cucchiaio, forma
con il labbro superiore un'angolatura molto aperta; il labbro superiore è
eretto e bifido. Il frutto è formato da
quattro acheni ovoidali, racchiusi dal calice
persistente. Per scopi terapeutici si utilizza la
pianta intera escluse le radici e soprattutto le sommità
fiorite.
IMPIEGO
TERAPEUTICO La cataria è pianta che
certamente è stata utilizzata per scopi terapeutici fin dal Medioevo. In
quel periodo infatti questa pianta era ritenuta vulneraria, digestiva e
calmante. Nelle descrizioni di quell'epoca però si trovano non poche
confusioni con altre piante medicinali, come la calaminta o la melissa o
addirittura la menta. Le proprietà della
cataria non sono del resto gran che differenti da quelle delle piante sopra
nominate: è infatti pianta tonica, stomachica, eccitante, antispastica,
antibronchitica, emmenagoga e vermifuga. Il suo
nome «cataria» o anche «erba gattaria» ricorda che questa
pianta è particolarmente gradita ai gatti, come la valeriana, infatti
come quest'ultima specie ha proprietà sedative e
calmanti. Per l'attività antispasmodica
viene impiegata sia per combattere i crampi dello stomaco e gli spasmi
intestinali sia per eliminare i dolori spasmodici che talvolta accompagnano le
mestruazioni. Le sue proprietà
anticatarrali, dovute principalmente all'elevato contenuto in olio essenziale,
sono utili nelle bronchiti acute e croniche accompagnate da tosse e
catarro. Per le proprietà vermifughe viene
utilizzata per eliminare ascaridi e ossiuri, soprattutto nei
bambini. La foglia fresca di cataria sembra in
grado di calmare rapidamente i dolori di denti. Nelle forme dolorose dipendenti
da carie occorre a tal scopo masticarne qualche
foglia.
PREPARAZIONI -
Uso interno: si utilizzano l'infuso, la tintura alcoolica, la tintura
vinosa. L'infuso si prepara con 20-30 g di
sommità fiorite secche finemente macinate per litro di acqua bollente. Si
lascia riposare per 5 minuti e si filtra per garza. Si beve l infuso a tazze:
2-3 al giorno. La tintura alcoolica si prepara con
200-250 g di sommità fiorite finemente macinate per litro di alcool a
50°. Si lascia a macero per una settimana, si filtra, si lascia a riposo
per un mese. Si prendono 20-40 gocce al giorno disciolte in acqua o in altre
tisane. La tintura vinosa si prepara con 50 g di
sommità fiorite finemente macinate per litro di vino bianco. Si lascia a
macero per una settimana e si filtra. Si prende a bicchierini: 1-2 al
giorno. Le preparazioni per uso interno calmano
l'eccitazione nervosa, conciliano il sonno ed eliminano i dolori mestruali.
Attivano inoltre la digestione eliminando gli spasmi
gastroenterici.
- Uso esterno: si utilizza
il decotto preparato con 60 g di infiorescenze finemente tritate per litro di
acqua. Si lascia bollire 10 minuti, si raffredda a temperatura ambiente, si
filtra per garza. Il decotto viene utilizzato per fare lavaggi o per preparare
compresse. Viene utilizzato anche per pediluvi: il
decotto di cataria così preparato ha proprietà decongestionanti
per le estremità macerate dal sudore e toglie il
gonfiore.
RACCOLTA E
CONSERVAZIONE Le sommità fiorite della
cataria si raccolgono recidendo la parte superiore della pianta al momento della
fioritura che va da giugno ad agosto. Le sommità fiorite così
raccolte vengono essiccate preparando dei piccoli mazzetti di 5-10 piante legate
insieme ed appese ad un filo teso. Si può
anche triturare la cataria e farla essiccare disponendola in sottile strato su
graticciati. L'essiccamento va logicamente fatto in locale ben
aerato. La cataria si conserva in sacchetti di
carta chiusi o in vasi di vetro scuro. Va rinnovata tutti gli
anni. La coltivazione della cataria non presenta
alcuna difficoltà. Si può partire direttamente da trapianto dei
piedi, ma più conveniente è la coltivazione partendo da
semi. Già dal primo anno la pianta, pur
partendo da semi, riesce a dare una buona
fioritura. La semina va fatta presto, sul finire
dell'inverno da febbraio a marzo. Può essere fatta o direttamente nel
terreno di coltivazione o in semenzaio. In quest'ultimo caso si devono
trapiantare le piantine quando hanno raggiunto un'altezza di 3-4 cm,
disponendole in file alla distanza di 10-15 cm una
dall'altra. La coltivazione può essere fatta
anche in vaso, o meglio ancora in vasche
rettangolari. La cataria ama terreno soffice e
particolarmente ricco. Una concimazione equilibrata pre-fioritura permette di
ottenere migliori risultati.
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